Il 16 luglio 2024 si è svolta un’importante missione presso il Giardino Botanico Alpino Bruno Peyronel (Fig.1), nel comune di Bobbio Pellice (TO), che con i suoi 2290m s.l.,. si aggiudica il primato di Giardino Botanico Alpino più alto d’Europa. L’obiettivo? Monitorare e trapiantare i campioni di vegetazione provenienti dalle Svalbard, permettendone l’acclimatazione al nuovo ambiente prima della fase di allestimento del common garden sperimentale.

Obiettivi della missione

Lo scopo principale della missione è stato quello di valutare le condizioni delle zolle trasportate dalle Svalbard, monitorare la salute delle specie vegetali in studio e collocarle all’interno del giardino.

Attività sul campo

La missione è iniziata con l’ispezione delle zolle precedentemente trasportate e collocate temporaneamente nel giardino. Sono stati osservati segni di stress, dovuti principalmente alla siccità, sebbene Salix polaris, Bistorta vivipara e Poa alpina siano apparse come le specie più resistenti.

È stato quindi effettuato un sopralluogo per individuare il sito più adatto al trapianto permanente. È stata scelta una valletta nivale caratterizzata da suolo umido, con presenza di Juncus trifidus e Carex foetida. L’area designata è stata accuratamente preparata per accogliere le zolle, che sono state posizionate all’interno dei loro contenitori di plastica per prevenirne l’espansione indesiderata.

Per ridurre al minimo il rischio di contaminazione genetica, sono stati rimossi fiori e frutti dalle zolle, evitando così la dispersione dei semi. Sebbene molte delle specie studiate siano già presenti nel sito sperimentale, si è preferito adottare un approccio precauzionale, dato che questi esemplari provengono da migliaia di chilometri di distanza.

Infine, una rete metallica di protezione è stata fissata sopra le zolle per evitare il pascolo da parte della fauna locale.

Verso la prossima fase

Con il trapianto completato con successo, queste piante artiche saranno ora osservate nelle nuove condizioni ambientali. Questa missione rappresenta un passo essenziale per comprendere come la flora artica risponda a differenti fotoperiodi e variabili climatiche, fornendo preziose informazioni sull’adattamento delle piante in un mondo in cambiamento.